L’amore è forse tra i più nobili e ricercati sentimenti che gli esseri umani sono inclini a provare; eppure non è tutto oro quel che luccica perché la realtà spesso appare diversa dall’ideale. Nel mondo di tutti i giorni non è come nei film, è difficile essere travolti dalla freccia di Cupido (vedi il numero crescente di persone in cerca di incontri con sigle) e se pure ciò dovesse accadere, i casi in cui si viene realmente corrisposti si contano sulle dita di una mano.
Una cosa però accomuna tutti: che sia breve o destinato a durare nel tempo l’amore è amore, ed in quanto tale è osannato e perseguito a qualsiasi costo; perché anche se condannato a concludersi nel peggiore dei modi si è sempre pronti a buttarsi nella mischia per continuare a provare quelle dolci sensazioni in grado di farci toccare il cielo con un dito.
Il motivo alla base di questa popolarità è semplice: l’amore è prima di tutto fondamentalmente una reazione chimica non dissimile a quella che si innesca in caso di dipendenza. In effetti nella chimica l’amore nasce e l’amore si riassume.
E proprio con il concetto di chimica si identifica quella tensione – altrimenti definibile come alchimia, intesa – che comunemente è ritenuta alla base del rapporto tra due persone.
L’intesa è una parte importante nella relazione di coppia (se non addirittura essenziale) ma al tempo stesso davvero raro: del resto per quanto ci si sforzi ognuno di noi sa che certe sensazioni non si possono forzare. Definibile come una sorta di connessione istantanea, un legame involontario ed intuitivo, la chimica può manifestarsi quando meno ce lo aspettiamo; per esempio può accadere di rivedere un vecchio amico a distanza di anni e restare ammaliati da un fascino fino a quel momento ignorato, oppure incrociare lo sguardo con una sconosciuta per strada e accorgersi che qualcosa è improvvisamente scattato
Ma che cos’è in concreto la chimica?
Lasciamo da parte i concetti metafisici da rubrica rosa, come si diceva la chimica non è altro che una reazione fisiologica che trae impulso da una serie di fattori fisici e caratteriali (come l’odore, le movenze e la gestualità, persino lo stesso tono della voce) capaci di farci provare una condizione di benessere alla presenza di un altro individuo e che sfocia in magnetismo incontrollabile.
La chimica è quindi per certi versi il vero e proprio preludio all’attrazione e – potenzialmente – anche dell’amore stesso, in quanto capace di coinvolgere direttamente il sistema nervoso umano in un processo molto simile a quello che si realizza con l’assunzione di sostanze stupefacenti: battito cardiaco accelerato, sudorazione incontrollata, tensione muscolare, euforia e pensiero poco lucido. In altre parole, proprio come quando si assumono droghe, scatta un rapporto di dipendenza per cui in breve tempo sarà necessario assumerne ancora e ancora in misura sempre maggiore. Da qui lo svilupparsi di quel classico nodo di emozioni che sfocia nella tensione alla ricerca continua dell’oggetto del desiderio e all’accrescimento di un vero e proprio rapporto di appartenenza con lo stesso.
Questa dipendenza sarà poi destinata ad essere sostituita da altre sensazioni, a loro volta frutto di altrettanti processi di coinvolgimento fisico e mentale; per esempio l’instaurarsi di una vita di coppia lascia spazio all’ossitocina, comunemente descritto come l’ormone dell’amore. Eppure una cosa resta certa, cioè che una volta che scatta la scintilla difficilmente può essere ignorata.
Come si palesa l’alchimia
Non esiste un momento chiave comune a tutti in cui l’intesa viene in essere. Questo dipende dalle circostanze in cui si svolgono le situazioni ma anche dalla propensione delle persone a cogliere i segnali del proprio corpo. Certo in questo caso il tempismo è tutto: da una parte ciò porta a ridimensionare l’impatto dei famigerati colpi di fulmine, in quanto proprio come ogni processo bio-chimico richiede il suo tempo per attuarsi; dall’altra la chimica scatta o non scatta, ed è inutile attendere in eterno nella speranza che quanto fino a quel momento non accaduto si verifichi.
È tuttavia possibile individuare una rassegna di “segnali” tipicamente comuni all’esperienza delle persone, grazie ai quali comprendere se l’attrazione è scattata.
– Oggetto dell’attenzione: ti chiedi se anche lui/lei avverte il tuo stesso tumulto interiore quando siete insieme? Probabilmente si se cerca insistentemente di stabilire un contatto con te, per esempio parlandosi, scherzando o prendendoti – innocentemente – in giro.
– Gioco di sguardi: gli occhi sono lo specchio dell’anima o, in questo caso, del cuore; se ti trovi spesso gli occhi puntati addosso con ogni probabilità non è perché c’è qualcosa di fuori posto nella tua immagine, anzi…
– Sorriso sornione: anche le espressioni del volto (soprattutto se involontarie) speso tradiscono qualcosa di più intimo.
– Infine presta attenzione al linguaggio del corpo: mani sudate, nervosismo, tic apparentemente insignificanti o ricerca di contatto fisico sono indizi tipici di interesse.
Attenzione però perché non si deve cadere dell’errore di ritenere che la chimica possa nascere solo a seguito di rapporti faccia a faccia. L’alchimia è qualcosa in più di una reazione ad un bel visino, ed è anzi capace di relegare l’aspetto estetico in secondo piano. A dimostrazione di ciò diverse statistiche sottolineano che la distanza nelle interazioni aumenta la percezione di aspetti di straordinaria rilevanza quali il modo di comunicare, il vocabolario utilizzato e con essi anche la presenza di tensione positiva nel modo di porsi. In altre parole gli odierni mezzi di connessione da remoto sono utilissimi anche quando si tratta di approcciarsi a scopo sentimentale con qualcun altro.
Di questo è testimone lo straordinario successo degli innumerevoli siti per incontrare single oramai ovunque diffusi ed apprezzatissimi, che inoltre – a detta degli esperti – sarebbero addirittura più razionali nella ricerca del partner rispetto ai metodi ritenuti tradizionali; in quanto formati di comunità di soggetti motivati e puntualmente “forzati” nell’instaurazione di dialoghi reciproci (sia in modalità sincrona che asincrona), risulterebbe più semplice per i coinvolti orientarsi ed arrivare a capire quando c’è veramente interesse tra le parti.
Ovviamente in questo caso cambiano i punti di riferimento da prendere in considerazione, così che agli sguardi e alle espressioni facciali si sostituiscono il tono e l’inflessione della voce; al linguaggio del corpo va preferita la frequenza dei contatti e la voglia di sentirsi che da questi traspare (per esempio i primi messaggi del mattino sono quelli che normalmente vengono riservati solo a persone davvero speciali, e lo stesso vale per le conversazioni tanto lunghe da far perdere la cognizione del tempo).
D’altra parte però è bene sottolineare che la chimica non è l’unico aspetto che conta: si tratta di una condizione necessaria ma non sufficiente perché si istauri di un rapporto sano e che vale la pena di vivere. Prima di tutto perché come detto è tipicamente passeggera, destinata a lasciare spazio nel lungo termine ad altre sensazioni come quelle della familiarità e della sicurezza; inoltre perché principalmente fisica, richiede l’affiancamento anche di un certo interesse mentale che si sviluppa solo nel tempo a suon di condivisione, attenzione e impegno costante.
L’aspetto positivo tuttavia è che l’intesa non conosce età, né d’altra parte la differenza d’età. E quindi questo tipo di piacevolissime sensazioni possono bussare alla porta inaspettatamente anche in fase di maturità. E anche in tal caso, non resta che godersele!